
01 Set 2016 Straordinario doppio ammasso
Questa grande varietà di stelle consente uno studio approfondito dei processi di formazione stellare. Il cluster principale ha un’età di circa 50 milioni di anni e il cluster più piccolo di soli 4 milioni di anni.
Dopo il complesso di 30 Doradus, NGC 1850 è il più luminoso ammasso stellare nella Grande Nube di Magellano. Rappresenta una classe speciale di oggetti, giovani ammassi di tipo globulare, che non hanno riscontro nella nostra galassia. Le stelle T-Tauri sono giovani stelle in formazione, così giovani da non avere iniziato la conversione dell’idrogeno in elio, il modo in cui il nostro Sole produce la sua energia. Irradiano invece energia rilasciata dal collasso gravitazionale.
Studiando questi astri gli astronomi possono apprendere nozioni importanti sulla nascita e la vita delle stelle di piccola massa. Le stelle T-Tauri tendono a presentarsi in ambienti affollati, ma sono difficili da distinguere con telescopi terrestri. Tuttavia, la risoluzione di Hubble può individuare questi astri, persino in galassie diverse dalla nostra.
L’utilizzo del telescopio Hubble presenta vantaggi notevoli anche nello studio delle stelle massicce. Queste stelle emettono grandi quantità di radiazione ultravioletta energetica che viene assorbita dall’atmosfera terrestre. Dalla sua posizione al di sopra dell’atmosfera terrestre il telescopio è in grado di rilevare la luce ultravioletta di queste stelle massicce OB che in seguito possono essere analizzate per caratterizzare le loro proprietà.
L’immagine di Hubble è un buon esempio di interazione tra gas, polveri e stelle. Milioni di anni fa delle stelle massicce nell’ammasso principale sono esplose come supernove, portando alla formazione della spettacolare struttura di gas diffuso visibile nell’immagine. Si ritiene comunemente che la nascita di nuove stelle sia innescata dalle enormi forze dei fronti d’urto prodotti da supernove, che colpiscono il gas interstellare comprimendolo. La nebulosa è parte della superbolla N103 ed è simile nell’apparenza al ben noto resto di supernova, l’Anello del Cigno (Cygnus Loop), nella nostra Via Lattea.